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Alcuni uomini e alcune donne di Corsica, premurosi del rinverdimento della lingua dotta dei nostri antenati hanno deciso di pubblicare questa rivista in lingua italiana. Essa è un nostro retaggio e un puntello per mantenere viva la lingua còrsa.
Forum
Sardegna. Ecco un vero popolo!
LEONI
Voici quelques exemples d'arguments linguistiques significatifs, constituants les bases incontestables d'une identité unique représentative d'une nation. Il s'agit de noms de familles ainsi que des noms de lieux Sardes. On verra là les restes d'une des civilisations d'origine communes aux deux îles soit les "torréens" -mais partis de Corses il y a fort longtemps n'y laissant aucunes traces d'importance à part quelques ruines indéchiffrables- regroupant différents peuples non européens pour certains. De surcroit cette petite démonstration lèvera toute ambigüité sur la soit disante similitude Corse-Sardaigne et dans ce sens chacun en face de sa réalité se situra où il se doit sans plus de discours aussi inutiles qu'insensés.
Cognomi sardi:
DEIANA, USAI, DEMELOS, FURCAS, MURTAS, PILAS, FLORIS,MELIS, VIRDIS, CADEDDU, PUDDU, PINTUS....
Nomi di luoghi:
OTZIDDAI, SUSUNE, TUTURKI, MACOMER, IGLESIAS, ARBATAX, ISARENA SARDU, LURAS....
C'est de l'italien ça?????????
Oui, eux peuvent prétendre être un peuple parce que dèjà il ont une identité culturelle linguistique.
Cognomi corsi:
AGOSTINI, CECARELLI, PADOVANI, GATTACECCA, BELLAGAMBA, FORZINI....
Nomi di luoghi:
VENACO, ZONZA, VESCOVATO, BASTELICA, VEZZANI, VIZZAVONA, ORTALE, CIGLIO, PIEDICROCE, PETRETO BICCHISANO, SANTA LUCIA DI TALLANO, SANTA MARIA DI POGGIO....
ET ça si c'est pas de l'italien c'est quoi?
On voit bien que d'un côté il y en a qui peuvent prétendre et que de l'autre il y en a qui n'ont qu'à se taire!
Cognomi sardi:
DEIANA, USAI, DEMELOS, FURCAS, MURTAS, PILAS, FLORIS,MELIS, VIRDIS, CADEDDU, PUDDU, PINTUS....
Nomi di luoghi:
OTZIDDAI, SUSUNE, TUTURKI, MACOMER, IGLESIAS, ARBATAX, ISARENA SARDU, LURAS....
C'est de l'italien ça?????????
Oui, eux peuvent prétendre être un peuple parce que dèjà il ont une identité culturelle linguistique.
Cognomi corsi:
AGOSTINI, CECARELLI, PADOVANI, GATTACECCA, BELLAGAMBA, FORZINI....
Nomi di luoghi:
VENACO, ZONZA, VESCOVATO, BASTELICA, VEZZANI, VIZZAVONA, ORTALE, CIGLIO, PIEDICROCE, PETRETO BICCHISANO, SANTA LUCIA DI TALLANO, SANTA MARIA DI POGGIO....
ET ça si c'est pas de l'italien c'est quoi?
On voit bien que d'un côté il y en a qui peuvent prétendre et que de l'autre il y en a qui n'ont qu'à se taire!
GIANCARLO F.
CARO AMICO EONI
AL GIORNO D'OGGI NOI NON POSSIAMO AFFERMARE DI ESSERE I DISCENDENTI DEI PRIMI ABITANTI DELLA TERRA
DOVE SIAMO NATI.
IL POPOLAMENTO DELLE TERRE SI E' VERIFICATO IN CORSICA IN FORMA NOTEVOLE A PARTIRE
ALL'INCIRCA DELL'ANNO 1000 QUANDO IL PAPA DETTE ALLA REPUBBLICA DI PISA L'INCARICO DI
AMMINISTRARLA . DAGLI ARCHIVI VATICANI RISULTEREBBE CHE NELL'SOLA NON ABITASSERO
PIU DI 30.000 PERSONE SPARSE IN PIU LUOGHI. LA COLTIVAZIONE DELLE TERRE E SOPRATTUTTO
LA PIANTAGIONE DELL'ULIVO RICHIESE L'EMIGRAZIONE IN CORSICA DI CIRCA 250.000 PERSONE
CHE ARRIVARONO CON IL LORO BAGAGLIO DI LINGUA USI E COSTUMI.
E' UN PO ARDITO SOSTENERE CHE L'ETNIA DEGLI ANTICHI RESIDENTI SIA ANCORA INDIVIDUABILE
E CHE I NOMI DEI LOGHI SIANO ANCORA RIFERIBILI AD ESSI.
A VOLTERRA CITTA' FACENTE PARTE DEL REGNO ETRUSCO (COME LA CORSICA) LA PROVA DEL DNA
HA MOSTRATO CHE DI DISCENDENTI DA QUEL POPOLO NON CE NE SONO CHE POCHISSIMI E
CHE GLI ATTUALI ABITANTI SONO IL RISULTATO DI VICENDE STORICHE E DI POPOLAMENTO
TERRITORIALE.
LE CONDIZIONI E LE ABITUDINI ATTUALI SONO STATE CREATE DA CHI E' VENUTO DOPO ,
NON DAGLI ETRUSCHI DI CUI SI VALORIZZA CIO CHE HANNO LASCIATO.
LA SARDEGNA HA AVUTO UN DIVERSO FENOMENO DI POPOLAMENTO. HA SUBITO COSPOQUE
EMIGRAZIONI DI POPOLAZIONI SPAGNOLE CHE HANNO LASCIATO EREDITA' LINGUISTICHE
NEL DIALETTO DI UNA REGIONE IN CUI SI PARLA UNA LINGUA MOLTO VICINA AL CATALANO
IDEM PER I NOMI DI FAMIGLIA E DI CERTI LUOGHI.
PER CIO CHE CONCERNE LA CORSICA PROVI L'AMICO LEONI A TROVARE NELLA PENISOLA
NON SOLO QUASI TUTTI I NOMI DI FAMIGLIA , MA ANCHE I NOMI DEI LUOGHI, CHE I NUOVI
ABITANTI DENOMINAVANO CON IL NOME DELLA LOCALITA' DA CUI ERANO PARTITI.
IL CANADA E GLI STATI UNITI, NAZIONI DI RECENTE FORMAZIONE , SONO UN ESEMPIO
DI QUANTE CITTA' E LUOGHI SI CHIAMINO CON LO STESSO NOME DI CITTA' E LUOGHI
EUROPEI.
CARO AMICO LEONI BISOGNA AMMETTERE CHE IN FONDO SIAMO UN POCO TUTTI BASTARDI..
E CHE GLI ANTICHI ABTANTI DELLA NOSTRA TERRA NON SONO I NOSTRI PROGENITORI
SCHERZO NATURALMENTE.
UN CORDIALE SALUTO
GIANCARLO
AL GIORNO D'OGGI NOI NON POSSIAMO AFFERMARE DI ESSERE I DISCENDENTI DEI PRIMI ABITANTI DELLA TERRA
DOVE SIAMO NATI.
IL POPOLAMENTO DELLE TERRE SI E' VERIFICATO IN CORSICA IN FORMA NOTEVOLE A PARTIRE
ALL'INCIRCA DELL'ANNO 1000 QUANDO IL PAPA DETTE ALLA REPUBBLICA DI PISA L'INCARICO DI
AMMINISTRARLA . DAGLI ARCHIVI VATICANI RISULTEREBBE CHE NELL'SOLA NON ABITASSERO
PIU DI 30.000 PERSONE SPARSE IN PIU LUOGHI. LA COLTIVAZIONE DELLE TERRE E SOPRATTUTTO
LA PIANTAGIONE DELL'ULIVO RICHIESE L'EMIGRAZIONE IN CORSICA DI CIRCA 250.000 PERSONE
CHE ARRIVARONO CON IL LORO BAGAGLIO DI LINGUA USI E COSTUMI.
E' UN PO ARDITO SOSTENERE CHE L'ETNIA DEGLI ANTICHI RESIDENTI SIA ANCORA INDIVIDUABILE
E CHE I NOMI DEI LOGHI SIANO ANCORA RIFERIBILI AD ESSI.
A VOLTERRA CITTA' FACENTE PARTE DEL REGNO ETRUSCO (COME LA CORSICA) LA PROVA DEL DNA
HA MOSTRATO CHE DI DISCENDENTI DA QUEL POPOLO NON CE NE SONO CHE POCHISSIMI E
CHE GLI ATTUALI ABITANTI SONO IL RISULTATO DI VICENDE STORICHE E DI POPOLAMENTO
TERRITORIALE.
LE CONDIZIONI E LE ABITUDINI ATTUALI SONO STATE CREATE DA CHI E' VENUTO DOPO ,
NON DAGLI ETRUSCHI DI CUI SI VALORIZZA CIO CHE HANNO LASCIATO.
LA SARDEGNA HA AVUTO UN DIVERSO FENOMENO DI POPOLAMENTO. HA SUBITO COSPOQUE
EMIGRAZIONI DI POPOLAZIONI SPAGNOLE CHE HANNO LASCIATO EREDITA' LINGUISTICHE
NEL DIALETTO DI UNA REGIONE IN CUI SI PARLA UNA LINGUA MOLTO VICINA AL CATALANO
IDEM PER I NOMI DI FAMIGLIA E DI CERTI LUOGHI.
PER CIO CHE CONCERNE LA CORSICA PROVI L'AMICO LEONI A TROVARE NELLA PENISOLA
NON SOLO QUASI TUTTI I NOMI DI FAMIGLIA , MA ANCHE I NOMI DEI LUOGHI, CHE I NUOVI
ABITANTI DENOMINAVANO CON IL NOME DELLA LOCALITA' DA CUI ERANO PARTITI.
IL CANADA E GLI STATI UNITI, NAZIONI DI RECENTE FORMAZIONE , SONO UN ESEMPIO
DI QUANTE CITTA' E LUOGHI SI CHIAMINO CON LO STESSO NOME DI CITTA' E LUOGHI
EUROPEI.
CARO AMICO LEONI BISOGNA AMMETTERE CHE IN FONDO SIAMO UN POCO TUTTI BASTARDI..
E CHE GLI ANTICHI ABTANTI DELLA NOSTRA TERRA NON SONO I NOSTRI PROGENITORI
SCHERZO NATURALMENTE.
UN CORDIALE SALUTO
GIANCARLO
enrico
Credo che l'amico Leoni volesse evidenziare 'qualora ce ne fosse ancora bisogno, la completa italianità della Corsica nei confronti dell'isola sorella Sardegna che di italiano ha poco o nulla. La ns. orgogliosa Sardegna, per caratteristiche antropologiche, storiche linguistiche non fa parte del ceppo italico, anche se ne ha accettato l'appartenenza. La Corsica che si è volontariamente o per decisione altrui distaccata dalla cultura italiana da più di un secolo, ha un passato fortemente compenetrato con la penisola e la sua storia, dovuto anche alla vicinanza con la Toscana che hanno determinato questi flussi immigratori ma anche emigratori da e verso la costa italiana. Purtroppo questo patrimonio è andato via via disperdendosi con la mancanza di interesse verso i modelli italiani da parte della popolazione corsa con conseguente perdita della lingua madre di riferimento (l'italiano) e della lingua locale (il corso)
enrico
Credo che l'amico Leoni volesse evidenziare 'qualora ce ne fosse ancora bisogno, la completa italianità della Corsica nei confronti dell'isola sorella Sardegna che di italiano ha poco o nulla. La ns. orgogliosa Sardegna, per caratteristiche antropologiche, storiche linguistiche non fa parte del ceppo italico, anche se ne ha accettato l'appartenenza. La Corsica che si è volontariamente o per decisione altrui distaccata dalla cultura italiana da più di un secolo, ha un passato fortemente compenetrato con la penisola e la sua storia, dovuto anche alla vicinanza con la Toscana che hanno determinato questi flussi immigratori ma anche emigratori da e verso la costa italiana. Purtroppo questo patrimonio è andato via via disperdendosi con la mancanza di interesse verso i modelli italiani da parte della popolazione corsa con conseguente perdita della lingua madre di riferimento (l'italiano) e della lingua locale (il corso)
GIANCARLO. F
CARO AMICO ENRICI
NON POSSIAMO DARE AI CORSI LA COLPA SEL DISTACCO DALLE LORO RADICI ETNICHE E CULTURALI.
L'AMMINISTRAZIONE FRANCESE HA PROIBITO L'USO DELLA LINGUA ITALIANA , DEL VERNACOLO CORSO
E DEI TITOLI DI STUDIO PRESI IN UNIVERSITA E SCUOLE ITALIANE.
I GIOVANI SONO CRSCIUTI NELLA COMPLETA IGNORANZA DELLE LORO ORIGINI. NPON POSSSIAMO
DARE A LORO UNA RESPONSABILITA' CHE NON HANNO AFFATTO
CORDIALI SALUTI
GC
NON POSSIAMO DARE AI CORSI LA COLPA SEL DISTACCO DALLE LORO RADICI ETNICHE E CULTURALI.
L'AMMINISTRAZIONE FRANCESE HA PROIBITO L'USO DELLA LINGUA ITALIANA , DEL VERNACOLO CORSO
E DEI TITOLI DI STUDIO PRESI IN UNIVERSITA E SCUOLE ITALIANE.
I GIOVANI SONO CRSCIUTI NELLA COMPLETA IGNORANZA DELLE LORO ORIGINI. NPON POSSSIAMO
DARE A LORO UNA RESPONSABILITA' CHE NON HANNO AFFATTO
CORDIALI SALUTI
GC
ghjiulio
Cari tutti, sicuramente l'ultimo occupante ha scientificamente, abilmente e fermamente distaccato l'isola dalle sue radici storiche culturali ma va anche detto che il "belpaese" non ha mai fatto nulla, a parte la folle "drole d'occupation" (che ha provocato solo effetti contrari) per mantenerne vivo il ricordo. E non sono solo questi due aspetti quelli che hanno portato, purtroppo, l'isola di Pasquale Paoli ad allontanarsi dal suo alveo naturale. Ultima osservazione, la Sardegna: non dimentichiamo che la parte nord, nord orientale, dove si parla il gallurese, variante del Sartenese, inlcusa la zona colpita dalla terribile alluvione, é oggi abitata da Còrsi emigrati nel corso dei secoli passati: il nome di famiglia Cossu, anche Cosso, diffusissimo in Sardegna non vuol dire altro che "Còrso". Potremmo spingerci a dire che l' "italianità" della Sardegna, perlomeno a nord, é stata assicurata dal flusso migratorio dall'isola più a nord.
enrico
Caro Giancarlo.
Le colpe della Francia nei confronti della Corsica sono a conoscenza di tutti. La Francia, un paese che amo e rispetto, una grande nazione si è comportata da pigmeo, adottando nel corso delle varie epoche tutti i metodi (violenti, politici, tattici e colonialisti) pur di snaturare l'identità dell'isola. Non sono invece d'accordo a sollevare e difendere ad oltranza la gente corsa nella forma che fai Tu. In questa maniera li tratti da minus habens, cioè un popolo che si è fatto ammansire da un padrone che è stato capace di di plagiarli fino all'estrema conseguenza. Non è così, questo popolo ha dimostrato nella storia una grande reattività. I leaders indipendentisti lottano contro l'occupante francese, scrivendo i comunicati nella lingua del nemico; non ho mai sentito una volta discutere dei motivi sulla diversità dei corsi e della loro lingua e della comune origine italiana, che dovrebbe essere la leva per la loro ideologia. E che dire dei politici corsi cui la Francia ha demandato la custodia della condizione acquisita. La popolazione è vero ha subito, ma ancora oggi la metà dei veri corsi è filofrancese e l'altra metà è indipendentista in chiave antiitaliana. La risultante e quello che vediamo oggi. I corsi avrebbero ottenuto molto di più (parlo del loro interesse ) a dichiararsi minoranza etnica italiana e da li partire con le loro rivendicazioni avrebbero ottenuto tutto, come hanno giustamente ottenuto i sudtirolesi e valdostani in Italia. Ma questi ultimi 2 esempi non hanno mai rinunciato (o rinnegato) la lingua madre. Lo stesso per i ticinesi svizzeri. Negli anni scorsi c'è stato un forte tentativo di tedeschizzarli da parte degli svizzeri oltralpe. Hanno tenuto duro, non si scambierebbero per ovvie ragioni con l'Italia, ma la lingua non si tocca!!
Quindi basta con la commiserazione, ognuno si assuma le sue responsabilità. Se i giovani non sanno niente e non capiscono nemmeno il corso, i genitori ne saranno pure responsabili di non avergli spiegato gli avvenimenti e insegnato la lingua! Poi se i corsi si sentono francesi è affare loro, noi ci rivolgiamo a quelli che si pongono in forma intellettualmente onesta e dialoghiamo sempre con amicizia e rispetto con questi soggetti che purtroppo sono una esigua minoranza. Per quanto riguarda l'Italia è vero che i ns. politici non hanno mai nella storia, non dico preso le difese ma nemmeno nominato la Corsica e i suoi problemi,per non creare attriti con la Republique; è vero altresì che l'eventuale supporto o soccorso viene prestato se l'aiuto viene richiesto. Quelli che propugnano l'autonomia o l'Indipendenza dell'Isola hanno fatto e vogliono continuare a fare da soli! Si vede con quali risultati.
Le colpe della Francia nei confronti della Corsica sono a conoscenza di tutti. La Francia, un paese che amo e rispetto, una grande nazione si è comportata da pigmeo, adottando nel corso delle varie epoche tutti i metodi (violenti, politici, tattici e colonialisti) pur di snaturare l'identità dell'isola. Non sono invece d'accordo a sollevare e difendere ad oltranza la gente corsa nella forma che fai Tu. In questa maniera li tratti da minus habens, cioè un popolo che si è fatto ammansire da un padrone che è stato capace di di plagiarli fino all'estrema conseguenza. Non è così, questo popolo ha dimostrato nella storia una grande reattività. I leaders indipendentisti lottano contro l'occupante francese, scrivendo i comunicati nella lingua del nemico; non ho mai sentito una volta discutere dei motivi sulla diversità dei corsi e della loro lingua e della comune origine italiana, che dovrebbe essere la leva per la loro ideologia. E che dire dei politici corsi cui la Francia ha demandato la custodia della condizione acquisita. La popolazione è vero ha subito, ma ancora oggi la metà dei veri corsi è filofrancese e l'altra metà è indipendentista in chiave antiitaliana. La risultante e quello che vediamo oggi. I corsi avrebbero ottenuto molto di più (parlo del loro interesse ) a dichiararsi minoranza etnica italiana e da li partire con le loro rivendicazioni avrebbero ottenuto tutto, come hanno giustamente ottenuto i sudtirolesi e valdostani in Italia. Ma questi ultimi 2 esempi non hanno mai rinunciato (o rinnegato) la lingua madre. Lo stesso per i ticinesi svizzeri. Negli anni scorsi c'è stato un forte tentativo di tedeschizzarli da parte degli svizzeri oltralpe. Hanno tenuto duro, non si scambierebbero per ovvie ragioni con l'Italia, ma la lingua non si tocca!!
Quindi basta con la commiserazione, ognuno si assuma le sue responsabilità. Se i giovani non sanno niente e non capiscono nemmeno il corso, i genitori ne saranno pure responsabili di non avergli spiegato gli avvenimenti e insegnato la lingua! Poi se i corsi si sentono francesi è affare loro, noi ci rivolgiamo a quelli che si pongono in forma intellettualmente onesta e dialoghiamo sempre con amicizia e rispetto con questi soggetti che purtroppo sono una esigua minoranza. Per quanto riguarda l'Italia è vero che i ns. politici non hanno mai nella storia, non dico preso le difese ma nemmeno nominato la Corsica e i suoi problemi,per non creare attriti con la Republique; è vero altresì che l'eventuale supporto o soccorso viene prestato se l'aiuto viene richiesto. Quelli che propugnano l'autonomia o l'Indipendenza dell'Isola hanno fatto e vogliono continuare a fare da soli! Si vede con quali risultati.
LEONI
Je dis simplement que les noms sardes sont sardes et que les noms corses sont italiens! Et que les noms sardes sont inimitables et que le noms corses ne sont pas originaux si on part d'une idée de culture corse et d'un peuple corse. .
Pour ce qui concerne l'origine sarde il est incontestable que les torreens y sont pour quelque chose....Les noms de lieux et de famille le prouve bien...On y retrouve l'origine des peuples de la mer soient les sharddhanes composés de peuplades venue d'Asie mineure auxquels se sont ajoutés des grecs et des population du proche Orient ..."les philistins". On le voit bien dans la sonorité étrange de leurs mots. Il y a aussi l'arrivée des basques et des galicien, des argonais soit les catalans a Alghero....On le voit bien dans les traits physiques des sardes...
Bon, en gros je veux dire que les sardes peuvent se dire peuple parce qu'ils ont matière du fait de la fusion de tous ce monde qui a peuplé l'ile...Mais les corses ils peuvent aller se rhabiller parce qu'il n'ont rien de tout ça.parce que personne à part les italiens n'a voulu habiter l'île.
Pour ce qui concerne l'origine sarde il est incontestable que les torreens y sont pour quelque chose....Les noms de lieux et de famille le prouve bien...On y retrouve l'origine des peuples de la mer soient les sharddhanes composés de peuplades venue d'Asie mineure auxquels se sont ajoutés des grecs et des population du proche Orient ..."les philistins". On le voit bien dans la sonorité étrange de leurs mots. Il y a aussi l'arrivée des basques et des galicien, des argonais soit les catalans a Alghero....On le voit bien dans les traits physiques des sardes...
Bon, en gros je veux dire que les sardes peuvent se dire peuple parce qu'ils ont matière du fait de la fusion de tous ce monde qui a peuplé l'ile...Mais les corses ils peuvent aller se rhabiller parce qu'il n'ont rien de tout ça.parce que personne à part les italiens n'a voulu habiter l'île.
LEONI
Mi dispiace Giancarlo ma certo di si che siamo in grado di affermare quali sono le origini dei popoli. E che i torreani sono a l'origine dei sardi..!
ruvidus
Il sardo è indubbiamente una lingua diversa dall'italiano (anche se tutto sommato un italiano la capisce abbastanza bene).
E' una lingua di più diretta derivazione latina.
Non fa parte del gruppo di dialetti italo-romanzi, di cui fanno inece parte quasi tutte le parlate italiane (corso compreso).
I sardi, invece, sono orgogliosissimi di essere italiani, anche se la loro lingua è diversa.
per contro, come ben sappiamo, i corsi non si considerano (più) italiani, anche se la loro parlata madre è italiana.
Stranezza, sì, ma comprensibile viste le diverse storie delle due isole.
Una, la Sardegna, assieme al Piemonte (che si è chiamato Regno di Sardegna per un bel po') ha costituito il primo nucleo del futuro Stato italiano.
L'altra, la Corsica, è stata venduta alla Francia da uno stato italiano, e poi dimenticata.
E' una lingua di più diretta derivazione latina.
Non fa parte del gruppo di dialetti italo-romanzi, di cui fanno inece parte quasi tutte le parlate italiane (corso compreso).
I sardi, invece, sono orgogliosissimi di essere italiani, anche se la loro lingua è diversa.
per contro, come ben sappiamo, i corsi non si considerano (più) italiani, anche se la loro parlata madre è italiana.
Stranezza, sì, ma comprensibile viste le diverse storie delle due isole.
Una, la Sardegna, assieme al Piemonte (che si è chiamato Regno di Sardegna per un bel po') ha costituito il primo nucleo del futuro Stato italiano.
L'altra, la Corsica, è stata venduta alla Francia da uno stato italiano, e poi dimenticata.
Giancarlo filippi
Caro amico leono, scusa la mia pignoleria ma mi preme precisare che GenovA non ha mai venduto la Corsica alla Francia. Ha solo stipulato un accordo di intervento militare per sedare le rivolte che animavano il desiderio di liberta di gran parte della popolazione. Inoltre la repubblica di Genova non poteva vendere qualcosa che non era di sua proprieta' in quanto il proprietario legale della Corsica e' il Vaticano che tra l altro non ha mai rinunciato a questa sua prerogativa. L accordo tra Genova e il Re di Francia stipulato a Versailles e' ben chiaro. Se hai voglia di leggerti questo trattato vai a vedere sul sito di "RADICHE" . Io ci ho trovato molte cose interessanti. Cordiali saluti da G Carlo
ruvidus
Grazie per le notizie che mi dai.
Io ho sempre saputo che Genova cedette i suoi diritti sulla Corsica alla Francia in cambio della estinzione di un debito che non poteva pagare, e non me lo sono certo inventato io: l'ho letto da più parti.
Però vedrò di informarmi meglio!
Io ho sempre saputo che Genova cedette i suoi diritti sulla Corsica alla Francia in cambio della estinzione di un debito che non poteva pagare, e non me lo sono certo inventato io: l'ho letto da più parti.
Però vedrò di informarmi meglio!
ITALO SARDO
Dopo aver letto quanto riportato in merito all'Italianità della Sardegna è bene fare alcune precisazioni, intanto ecco alcuni cognomi Sardi autoctoni (quelli corsi sopraciati sono cognomi dellarea centrosettentrionale italiana e non certamente autoctoni della Corsica): MAMELI, ZUCCA, CORDA, MELE, CARTA, MELONI, FALCHI, LEONI, SECCHI, FIORI, CONTINI, PANE.....CASTA. Significativo il primo che da il nome all'inno Nazionale, Goffredo Mameli era infatti di famiglia Sarda, come si può vedere questi cognomi sono indiscutibilmente Ialiani e Sardi al contempo.
Quanto all'italianità della mia isola è bene precisare che a parte l'epoca Romana (oltre un millennio) e l'indiscutibile legame con gli etruschi, le principoali città della costa sono di Fondazione Pisana o Genovese incluse Cagliari, Sassari, Alghero e la stessa Iglesias, nata Villa di Chiesa e possedimento dei conti della Gherardesca (quelli del conte ugolino), durante la dominazione spagnola abbiamo certamente risentito dell'influsso iberico, ma il collegamento con la penisola Italiana (Anche il meridione era sotto gli spagnoli), in particolare con la santa sede e con la corsica non si è mai interroto, nfine consiglio di leggere cosa diceva lo stesso Wagner rispetto all'elemento Italiano nel Sardo, altro che scarsa Italianità, cordiali Saluti
Quanto all'italianità della mia isola è bene precisare che a parte l'epoca Romana (oltre un millennio) e l'indiscutibile legame con gli etruschi, le principoali città della costa sono di Fondazione Pisana o Genovese incluse Cagliari, Sassari, Alghero e la stessa Iglesias, nata Villa di Chiesa e possedimento dei conti della Gherardesca (quelli del conte ugolino), durante la dominazione spagnola abbiamo certamente risentito dell'influsso iberico, ma il collegamento con la penisola Italiana (Anche il meridione era sotto gli spagnoli), in particolare con la santa sede e con la corsica non si è mai interroto, nfine consiglio di leggere cosa diceva lo stesso Wagner rispetto all'elemento Italiano nel Sardo, altro che scarsa Italianità, cordiali Saluti
ITALO SARDO
Ho tralasciato di dire che Corsica del sud e Sardegna del Nord hanno in comune molto più di quanto si pensi, basti dire che oltre 200.000 individui residenti nel Sassarese ed in Gallura hanno chiare origini Corse, persino le tecniche costruttive di Borghi come Tempio e Portovecchio sono pressochè identiche.
Ovviamente anche il parlato è lo stesso (pur con gli influssi francesi in corsica e logudoresi ed italiani in Sardegna), anche nel logudoro, fino alla totale francesizzazione dell'isola di bellezza, le famiglie corse erano numerose e ben inserite.
Credo che se i corsi riprendessero almeno al parlare Italiano riscoprirebbero un mondo che appartiene loro da sempre, senza imbarazzi o ideologie.
Saluti.
Ovviamente anche il parlato è lo stesso (pur con gli influssi francesi in corsica e logudoresi ed italiani in Sardegna), anche nel logudoro, fino alla totale francesizzazione dell'isola di bellezza, le famiglie corse erano numerose e ben inserite.
Credo che se i corsi riprendessero almeno al parlare Italiano riscoprirebbero un mondo che appartiene loro da sempre, senza imbarazzi o ideologie.
Saluti.
Giancarlo filippo
Caro Leoni e' vero che la repubblica di Genova aveva in debito da pagare al Re di Francia, ma questo debito era il costo dell intervento militare in Corsica. Per riottenere la disponibilta dell isola , Genova doveva pagare, ma le sue finanze non eran molto floride per poterlo fare ..........e il Re di Francia prese la palla al balzo per non andarsene a tempo divuto Vai su "Radiche" e troverai la documentazione di quanto ti riferisco.. Cordiali saluti
Giovanni Uda
Cari partecipanti io sono di MACOMER ( MACUMERE in Sardu) vorrei scrivere in Sardo ma uso l'Italiano solo per comodità, per me i Corsi sono non cugini ma dei fratelli dai quali siamo stati separati. Salude a tottus!
giancarlo
Caro Enrico
vedo solo adesso il tuo commento del 27 novembre sulla mia riflessione circa la difesa dei corsi nel non utilizzo delle loro radici italiane per ostacolare la colonizzazione francese.
A questo proposito vorrei farti osservare che nel corso delle generazioni a scuola si e' insegnato tutto in chiave francese storia e lingua compresa. Per le necessita' di vita parlare bene francese era ed e' indispensabile. Per esercitare una professione occorre andare a studiare in Francia etc etc.
I giovani in generale non hanno alcun riferimento con l'italia se non i contatti con i turisti. Se non hanno interessi e curiosita' culturali chi glielo fa fare di andare a cercare nei libri la storia dei loro antenati? E la propaganda anti italiana spicciola dove la mettiamo? : "italiani mafiosi" dicono certi francesi, oppure " i fascisti italiani ci hanno invaso " riferiscono certi vecchi. Parlano corso normalmente gli abitanti dei paesi: Nella scalata sociale un giovane cerca di parlare un francese forbito non il corso
Credo che solo una larga diffusione delle effettive vicende storiche potrebbe dare ai giovani la voglia e l'orgoglio di riscoprire le loro radici facendo sentire la necessita' di ritrovare la vera individualita'
Come non lo so davvero.
vedo solo adesso il tuo commento del 27 novembre sulla mia riflessione circa la difesa dei corsi nel non utilizzo delle loro radici italiane per ostacolare la colonizzazione francese.
A questo proposito vorrei farti osservare che nel corso delle generazioni a scuola si e' insegnato tutto in chiave francese storia e lingua compresa. Per le necessita' di vita parlare bene francese era ed e' indispensabile. Per esercitare una professione occorre andare a studiare in Francia etc etc.
I giovani in generale non hanno alcun riferimento con l'italia se non i contatti con i turisti. Se non hanno interessi e curiosita' culturali chi glielo fa fare di andare a cercare nei libri la storia dei loro antenati? E la propaganda anti italiana spicciola dove la mettiamo? : "italiani mafiosi" dicono certi francesi, oppure " i fascisti italiani ci hanno invaso " riferiscono certi vecchi. Parlano corso normalmente gli abitanti dei paesi: Nella scalata sociale un giovane cerca di parlare un francese forbito non il corso
Credo che solo una larga diffusione delle effettive vicende storiche potrebbe dare ai giovani la voglia e l'orgoglio di riscoprire le loro radici facendo sentire la necessita' di ritrovare la vera individualita'
Come non lo so davvero.
Alessio
Cari amici del Forum,
Tutto le osservazioni contenute nel post di Enrico del 27/11/2014 sono assolutamente vere: quella di sentirsi "Francesi" o "Corsi" (o entrambe le cose) è una scelta che sta nel CUORE e nella MENTE degli abitanti dell'isola, non nel loro DNA vero o presunto che sia.
Detto questo, penso che le osservazioni di Leoni sicuramente "semplificano" la realtà delle cose, ma rimangono comunque corrette!
Dopo oltre 2 secoli e mezzo di appartenenza alla Francia, DA UN PUNTO DI VISTA MERAMENTE GEOGRAFICO (nomi di Luogo e città in Corsica) E ANAGRAFICO (cognomi più diffusi sull'isola) in Corsica possiamo facilmente osservare che ANCORA NEL 98% DEI CASI esiste UNA FORMA IN ITALIANO STANDARD - il che ha dello straordinario, se si pensa che l'«Italia Unita» esiste da appena 150 anni, e che quindi fu la Repubblica di Genova a lasciare in eredità alla Francia un'isola dove la lingua e la cultura Italiane erano così radicate: il dominio POLITICO genovese, infatti, non aveva eliminato (ne tanto meno modificato) la componente «toscana» della cultura Còrsa.
Da dove deriva questa «Toscanità» ancora così presente nella moderna lingua di Corsica?
Intorno al XII secolo la popolazione còrsa (fra epidemie di peste, carestie e incursioni saracene) era scesa a circa 30.000 abitanti. E' in questo periodo che inizia la dominazione Pisana sull'isola, dando alla Corsica quell'impronta indelebile alla sua identità che ancora oggi è visibile nella sua architettura, nella sua lingua, nella sua cucina (figatellu, canistrelli, ecc.) e.. nella sua demografia: sono relativamente pochi i cognomi còrsi di origine genovese, mentre notevole sembra la presenza di cognomi originari del Sud Italia (Pasqualini, Russo, ecc.).
A questa osservazione possiamo aggiungere che linguisti come Olivier Durand o Giacomo-Marcellesi annoverano la Lingua Còrsa nell'alveo delle «Lingue Italiche», e più precisamente fra i dialetti CM, centro-meridionali.
Perché questa componente "meridionale"?
Nonostante la desinenza in -u tipica del Sardo e del Genovese, infatti, l'apporto del dialetto di Genova sul Còrso (nonostante 5 secoli di dominio) è limitato a qualche termine comune, come mandillu per "fazzoletto": il grosso del lessico nella moderna lingua di Corsica è formato da alcuni neologismi basati sul Francese e da una miriade di termini che possiamo ritrovare quasi identici nei dialetti Toscani e del Centro-Sud Italia: dal Romanesco al Siciliano dunque.
La presenza di "iberismi" come cheru (da "te quiero"), a simana/settimana e Catalina (Caterina), sono sicuramente il risultato di una qualche influenza della Spagna sulla cultura e sulla lingua Còrse.. e questo senza che l'isola sia mai stata sotto il diretto dominio iberico. Questa semplice osservazione ha fatto nascere alcune "tesi" riguardo a una possibile origine «diretta» della Lingua Còrsa da una lingua «ispanica» - addirittura il portoghese: pochi hanno pensato all'ipotesi più semplice e plausibile, e cioè un'influenza indiretta dello spagnolo. A favore di questa tesi, basta ricordare che la Repubblica di Genova, tra metà '500 e i primi del '700 fu il maggiore alleato in Italia (quasi un protettorato) della Spagna imperiale, mentre l'intero Meridione con Milano erano un possedimento diretto degli Asburgo spagnoli !!
A queste influenze iberiche sul Còrso non fu estranea la Sardegna: finita dal 1324 sotto il dominio Aragonese-Spagnolo, vide la cacciata delle popolazioni liguri di Alghero e Castelsardo, che vennero rimpiazzate da abitanti della Catalogna. Oggi solo Alghero ha mantenuto una popolazione di lingua catalana, anche se un po' tutta la lingua Sarda ha preso termini dallo Spagnolo.
A questo punto possiamo aprire una parentesi sulle reciproche influenze fra Sardo e Còrso: se i dialetti di Nuoro e Cagliari (centro e sud) fanno parte della Lingua Sarda «propriamente detta», le varianti parlate a Sassari e in Gallura (al nord) hanno ricevuto un'influenza così forte dalla Corsica - e dalla sua lingua fortemente toscanizzata - che oggi si parla di «Sardo-còrso» per tutta l'area che comprende Porto Torres, Castelsardo, Sassari, Tempio Pausania, Santa Teresa e Arzachena.
Naturalmente, le "contaminazioni linguistiche" sono avvenute anche in senso opposto: in tutto il Sud della Corsica (Sartena, Propriano e Porto-Vecchio) si parla una variante «polinomica» della Lingua Còrsa detta «di Pumonte» o suttanaccia che sente molto forti le influenze dalla Lingua Sarda; ecco da dove nasce un termine còrso come ghjacaru, portato in alcuni Forum come esempio di «tipica parola còrsa» rispetto al più «toscano» cane ( u cani ad Ajaccio) ma che in realtà trova la sua origine dal Sardo jàgaru, cioè pastore o dogo sardo .
Correttezza e moderazione nel difendere le proprie tesi
In altri Forum - frequentati in maggioranza da còrsi - ho avuto modo di leggere una discussione in cui si spacciava il cognome Tommasi come «tipicu di a sola Corsica»: fate una breve ricerca su internet, e scoprirete che «Tommasi» è molto diffuso in Lombardia, Veneto, Toscana e Puglia!!
Per smentire una bugia come quella appena descritta, basta fare una semplice e veloce ricerca sul Web.. eppure sono molti i còrsi che non mostrano alcuna simpatia per gli italiani che scrivono sui loro Forum: il problema non penso che stia nelle nostre ragioni (tutte abbastanza valide, credo, e il lavoro di Paul Colombani, Pascal Marchetti e di tutti i collaboratori di A Viva Voce sta qui a dimostrarlo) quanto nelle motivazioni «poco limpide» che a volte i còrsi pensano di intravedere dietro all'interesse di un cittadino italiano per la sua bella isola: mostrare la fondatezza delle nostre argomentazioni nel modo più corretto, imparziale ed esauriente possibile, diventa quasi un obbligo.
Tutto le osservazioni contenute nel post di Enrico del 27/11/2014 sono assolutamente vere: quella di sentirsi "Francesi" o "Corsi" (o entrambe le cose) è una scelta che sta nel CUORE e nella MENTE degli abitanti dell'isola, non nel loro DNA vero o presunto che sia.
Detto questo, penso che le osservazioni di Leoni sicuramente "semplificano" la realtà delle cose, ma rimangono comunque corrette!
Dopo oltre 2 secoli e mezzo di appartenenza alla Francia, DA UN PUNTO DI VISTA MERAMENTE GEOGRAFICO (nomi di Luogo e città in Corsica) E ANAGRAFICO (cognomi più diffusi sull'isola) in Corsica possiamo facilmente osservare che ANCORA NEL 98% DEI CASI esiste UNA FORMA IN ITALIANO STANDARD - il che ha dello straordinario, se si pensa che l'«Italia Unita» esiste da appena 150 anni, e che quindi fu la Repubblica di Genova a lasciare in eredità alla Francia un'isola dove la lingua e la cultura Italiane erano così radicate: il dominio POLITICO genovese, infatti, non aveva eliminato (ne tanto meno modificato) la componente «toscana» della cultura Còrsa.
Da dove deriva questa «Toscanità» ancora così presente nella moderna lingua di Corsica?
Intorno al XII secolo la popolazione còrsa (fra epidemie di peste, carestie e incursioni saracene) era scesa a circa 30.000 abitanti. E' in questo periodo che inizia la dominazione Pisana sull'isola, dando alla Corsica quell'impronta indelebile alla sua identità che ancora oggi è visibile nella sua architettura, nella sua lingua, nella sua cucina (figatellu, canistrelli, ecc.) e.. nella sua demografia: sono relativamente pochi i cognomi còrsi di origine genovese, mentre notevole sembra la presenza di cognomi originari del Sud Italia (Pasqualini, Russo, ecc.).
A questa osservazione possiamo aggiungere che linguisti come Olivier Durand o Giacomo-Marcellesi annoverano la Lingua Còrsa nell'alveo delle «Lingue Italiche», e più precisamente fra i dialetti CM, centro-meridionali.
Perché questa componente "meridionale"?
Nonostante la desinenza in -u tipica del Sardo e del Genovese, infatti, l'apporto del dialetto di Genova sul Còrso (nonostante 5 secoli di dominio) è limitato a qualche termine comune, come mandillu per "fazzoletto": il grosso del lessico nella moderna lingua di Corsica è formato da alcuni neologismi basati sul Francese e da una miriade di termini che possiamo ritrovare quasi identici nei dialetti Toscani e del Centro-Sud Italia: dal Romanesco al Siciliano dunque.
La presenza di "iberismi" come cheru (da "te quiero"), a simana/settimana e Catalina (Caterina), sono sicuramente il risultato di una qualche influenza della Spagna sulla cultura e sulla lingua Còrse.. e questo senza che l'isola sia mai stata sotto il diretto dominio iberico. Questa semplice osservazione ha fatto nascere alcune "tesi" riguardo a una possibile origine «diretta» della Lingua Còrsa da una lingua «ispanica» - addirittura il portoghese: pochi hanno pensato all'ipotesi più semplice e plausibile, e cioè un'influenza indiretta dello spagnolo. A favore di questa tesi, basta ricordare che la Repubblica di Genova, tra metà '500 e i primi del '700 fu il maggiore alleato in Italia (quasi un protettorato) della Spagna imperiale, mentre l'intero Meridione con Milano erano un possedimento diretto degli Asburgo spagnoli !!
A queste influenze iberiche sul Còrso non fu estranea la Sardegna: finita dal 1324 sotto il dominio Aragonese-Spagnolo, vide la cacciata delle popolazioni liguri di Alghero e Castelsardo, che vennero rimpiazzate da abitanti della Catalogna. Oggi solo Alghero ha mantenuto una popolazione di lingua catalana, anche se un po' tutta la lingua Sarda ha preso termini dallo Spagnolo.
A questo punto possiamo aprire una parentesi sulle reciproche influenze fra Sardo e Còrso: se i dialetti di Nuoro e Cagliari (centro e sud) fanno parte della Lingua Sarda «propriamente detta», le varianti parlate a Sassari e in Gallura (al nord) hanno ricevuto un'influenza così forte dalla Corsica - e dalla sua lingua fortemente toscanizzata - che oggi si parla di «Sardo-còrso» per tutta l'area che comprende Porto Torres, Castelsardo, Sassari, Tempio Pausania, Santa Teresa e Arzachena.
Naturalmente, le "contaminazioni linguistiche" sono avvenute anche in senso opposto: in tutto il Sud della Corsica (Sartena, Propriano e Porto-Vecchio) si parla una variante «polinomica» della Lingua Còrsa detta «di Pumonte» o suttanaccia che sente molto forti le influenze dalla Lingua Sarda; ecco da dove nasce un termine còrso come ghjacaru, portato in alcuni Forum come esempio di «tipica parola còrsa» rispetto al più «toscano» cane ( u cani ad Ajaccio) ma che in realtà trova la sua origine dal Sardo jàgaru, cioè pastore o dogo sardo .
Correttezza e moderazione nel difendere le proprie tesi
In altri Forum - frequentati in maggioranza da còrsi - ho avuto modo di leggere una discussione in cui si spacciava il cognome Tommasi come «tipicu di a sola Corsica»: fate una breve ricerca su internet, e scoprirete che «Tommasi» è molto diffuso in Lombardia, Veneto, Toscana e Puglia!!
Per smentire una bugia come quella appena descritta, basta fare una semplice e veloce ricerca sul Web.. eppure sono molti i còrsi che non mostrano alcuna simpatia per gli italiani che scrivono sui loro Forum: il problema non penso che stia nelle nostre ragioni (tutte abbastanza valide, credo, e il lavoro di Paul Colombani, Pascal Marchetti e di tutti i collaboratori di A Viva Voce sta qui a dimostrarlo) quanto nelle motivazioni «poco limpide» che a volte i còrsi pensano di intravedere dietro all'interesse di un cittadino italiano per la sua bella isola: mostrare la fondatezza delle nostre argomentazioni nel modo più corretto, imparziale ed esauriente possibile, diventa quasi un obbligo.
Alessio Stretti
Aggiungo un'ultima cosa: scusate per le possibili inesattezze del testo, ma ero fuori casa - e un po' di fretta nello scrivere.
Pace e Salute
Pace e Salute
Paul Colombani
Guarda che bisogna andare piano con le influenze e le etimologie. Comunque "chere" in corso non significa "amare" comle in spagnolo, ma chiedere. Pensa semplicemente al latino quaerere= chere. E' l'italiano che ha dissimilato "cherere" per farne chiedere con la dittongazione.

Fondatore : C. Roselli-Cecconi
Presidente : A. Pietri Direttore reponsabile : P.Colombani F. Beretti - L. Belgodere di Bagnaja - J. P. Giovannoni - Ch. Liccia - R. Multedo - E. Pucci P. Sallembien - J. Tomasi - M. J. Vinciguerra - + R. Luciani |
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