Cari amici del Forum,
Tutto le osservazioni contenute nel post di Enrico del 27/11/2014 sono assolutamente vere: quella di sentirsi "Francesi" o "Corsi" (o entrambe le cose) è una scelta che sta nel CUORE e nella MENTE degli abitanti dell'isola, non nel loro DNA vero o presunto che sia.
Detto questo, penso che le osservazioni di Leoni sicuramente "semplificano" la realtà delle cose, ma rimangono comunque corrette!
Dopo oltre 2 secoli e mezzo di appartenenza alla Francia, DA UN PUNTO DI VISTA MERAMENTE GEOGRAFICO (nomi di Luogo e città in Corsica) E ANAGRAFICO (cognomi più diffusi sull'isola) in Corsica possiamo facilmente osservare che ANCORA NEL 98% DEI CASI esiste UNA FORMA IN ITALIANO STANDARD - il che ha dello straordinario, se si pensa che l'«Italia Unita» esiste da appena 150 anni, e che quindi fu la Repubblica di Genova a lasciare in eredità alla Francia un'isola dove la lingua e la cultura Italiane erano così radicate: il dominio POLITICO genovese, infatti, non aveva eliminato (ne tanto meno modificato) la componente «toscana» della cultura Còrsa.
Da dove deriva questa «Toscanità» ancora così presente nella moderna lingua di Corsica?
Intorno al XII secolo la popolazione còrsa (fra epidemie di peste, carestie e incursioni saracene) era scesa a circa 30.000 abitanti. E' in questo periodo che inizia la dominazione Pisana sull'isola, dando alla Corsica quell'impronta indelebile alla sua identità che ancora oggi è visibile nella sua architettura, nella sua lingua, nella sua cucina (figatellu, canistrelli, ecc.) e.. nella sua demografia: sono relativamente pochi i cognomi còrsi di origine genovese, mentre notevole sembra la presenza di cognomi originari del Sud Italia (Pasqualini, Russo, ecc.).
A questa osservazione possiamo aggiungere che linguisti come Olivier Durand o Giacomo-Marcellesi annoverano la Lingua Còrsa nell'alveo delle «Lingue Italiche», e più precisamente fra i dialetti CM, centro-meridionali.
Perché questa componente "meridionale"?
Nonostante la desinenza in -u tipica del Sardo e del Genovese, infatti, l'apporto del dialetto di Genova sul Còrso (nonostante 5 secoli di dominio) è limitato a qualche termine comune, come mandillu per "fazzoletto": il grosso del lessico nella moderna lingua di Corsica è formato da alcuni neologismi basati sul Francese e da una miriade di termini che possiamo ritrovare quasi identici nei dialetti Toscani e del Centro-Sud Italia: dal Romanesco al Siciliano dunque.
La presenza di "iberismi" come cheru (da "te quiero"), a simana/settimana e Catalina (Caterina), sono sicuramente il risultato di una qualche influenza della Spagna sulla cultura e sulla lingua Còrse.. e questo senza che l'isola sia mai stata sotto il diretto dominio iberico. Questa semplice osservazione ha fatto nascere alcune "tesi" riguardo a una possibile origine «diretta» della Lingua Còrsa da una lingua «ispanica» - addirittura il portoghese: pochi hanno pensato all'ipotesi più semplice e plausibile, e cioè un'influenza indiretta dello spagnolo. A favore di questa tesi, basta ricordare che la Repubblica di Genova, tra metà '500 e i primi del '700 fu il maggiore alleato in Italia (quasi un protettorato) della Spagna imperiale, mentre l'intero Meridione con Milano erano un possedimento diretto degli Asburgo spagnoli !!
A queste influenze iberiche sul Còrso non fu estranea la Sardegna: finita dal 1324 sotto il dominio Aragonese-Spagnolo, vide la cacciata delle popolazioni liguri di Alghero e Castelsardo, che vennero rimpiazzate da abitanti della Catalogna. Oggi solo Alghero ha mantenuto una popolazione di lingua catalana, anche se un po' tutta la lingua Sarda ha preso termini dallo Spagnolo.
A questo punto possiamo aprire una parentesi sulle reciproche influenze fra Sardo e Còrso: se i dialetti di Nuoro e Cagliari (centro e sud) fanno parte della Lingua Sarda «propriamente detta», le varianti parlate a Sassari e in Gallura (al nord) hanno ricevuto un'influenza così forte dalla Corsica - e dalla sua lingua fortemente toscanizzata - che oggi si parla di «Sardo-còrso» per tutta l'area che comprende Porto Torres, Castelsardo, Sassari, Tempio Pausania, Santa Teresa e Arzachena.
Naturalmente, le "contaminazioni linguistiche" sono avvenute anche in senso opposto: in tutto il Sud della Corsica (Sartena, Propriano e Porto-Vecchio) si parla una variante «polinomica» della Lingua Còrsa detta «di Pumonte» o suttanaccia che sente molto forti le influenze dalla Lingua Sarda; ecco da dove nasce un termine còrso come ghjacaru, portato in alcuni Forum come esempio di «tipica parola còrsa» rispetto al più «toscano» cane ( u cani ad Ajaccio) ma che in realtà trova la sua origine dal Sardo jàgaru, cioè pastore o dogo sardo .
Correttezza e moderazione nel difendere le proprie tesi
In altri Forum - frequentati in maggioranza da còrsi - ho avuto modo di leggere una discussione in cui si spacciava il cognome Tommasi come «tipicu di a sola Corsica»: fate una breve ricerca su internet, e scoprirete che «Tommasi» è molto diffuso in Lombardia, Veneto, Toscana e Puglia!!
Per smentire una bugia come quella appena descritta, basta fare una semplice e veloce ricerca sul Web.. eppure sono molti i còrsi che non mostrano alcuna simpatia per gli italiani che scrivono sui loro Forum: il problema non penso che stia nelle nostre ragioni (tutte abbastanza valide, credo, e il lavoro di Paul Colombani, Pascal Marchetti e di tutti i collaboratori di A Viva Voce sta qui a dimostrarlo) quanto nelle motivazioni «poco limpide» che a volte i còrsi pensano di intravedere dietro all'interesse di un cittadino italiano per la sua bella isola: mostrare la fondatezza delle nostre argomentazioni nel modo più corretto, imparziale ed esauriente possibile, diventa quasi un obbligo.