A Viva Voce

Alcuni uomini e alcune donne di Corsica, premurosi del rinverdimento della lingua dotta dei nostri antenati hanno deciso di pubblicare questa rivista in lingua italiana. Essa è un nostro retaggio e un puntello per mantenere viva la lingua còrsa.
Forum

TITOLI DI STUDIO PARIFICATI E ALTRO...

 Fabio Apollonj Ghetti
Venerdi 25 Gennaio 2013

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[Ignorare]
Buongiorno a tutti.
Vorrei conoscere l'opinione degli altri lettori sul tema della parificazione dei titoli di studio universitari italiani con quelli francesi.
Mi spiego meglio: se i titoli di studio italiani fossero parificati a tutti gli effetti e potessero essere utilizzati dai giovani còrsi anche per lavorare in Corsica o in Francia, ciò renderebbe possibile, per chi lo desiderasse, frequentare le università italiane, ad esempio quella di Pisa ben collegata a Bastia attraverso Livorno, e così facendo mantenere viva la lingua e la cultura dei propri avi.
Ciò che so per certo è che i giovani còrsi non avrebbero alcun problema linguistico per integrarsi nel sistema universitario italiano, facilitati anche dal fatto che in Italia gli esami si svolgono soprattutto oralmente.
Mi permetto infine di introdurre un altro argomento a questo forum, e cioè quello dei nomi di battesimo. Esiste qualche legge francese che impedisce ai còrsi di imporre ai propri figli nomi "italiani", cioè della tradizione ? Per esempio un Paoli non può più chiamarsi Pasquale ma ora deve chiamarsi per forza Pascal ? Il prof. Colombani non avrebbe potuto chiamarsi Paolo anzichè Paul ?
Resto in attesa del contributo di tutti e vi saluto fraternamente.
 Maurizio per la nostra Lingua
Venerdi 25 Gennaio 2013

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[Ignorare]
I quesiti posti da Fabio mi hanno incuriosito e spinto a fare una piccola ricerca.

Per quanto riguarda il riconoscimento in Francia dei titoli di studio italiani è possibile avere notizie cliccando su questo link del sito dell'Ambasciata Francese in Italia dedicato al tema: http://www.ambafrance-it.org/spip.php?article1037.
Tale riconoscimento non è automatico - lo stesso sito ci fa sapere che "In Francia non esiste un principio giuridico di equivalenza fra i titoli/diplomi conseguiti all’estero e i titoli/diplomi francesi rilasciati dal Ministero Nazionale dell’Educazione e il Ministero della Ricerca" - ma è subordinato a determinati iter e regole che,
seppure concepiti per il caso più comune di studenti italiani, credo possano applicarsi anche a studenti francesi - e quindi anche ai còrsi - che hanno studiato e conseguito titoli di studio in Italia.

Per quanto riguarda la questione dei nomi credo invece che si debba fare un discorso più articolato.
Da quanto ho capito fino al 1966 la legislazione relativa ai "prenoms" era estremamente restrittiva e risalente addirittura alla Rivoluzione! Una legge dell' 11 germinale dell'anno XI stabiliva che nei registri dello stato civile potessero essere trascritti solo nomi tratti dai diversi calendari o appartenenti a personaggi storici conosciuti dell'antichità.
Un' "instruction ministérielle" del 12 aprile del 1966 venne ad allargare le maglie ristrettissime della precedente legislazione estendendo il campo dei nomi che si potevano scegliere, per esempio a quelli mitologici o, il caso ci interessa di più, di origine "regionale".
E' però solo dal 1993, con l'art. 57 del Codice Civile, che si può teoricamente scegliere in Francia qualsiasi nome purché non sia pregiudizievole per il neonato o per eventuali diritti di terzi.
Stando così le cose mi sembra quindi che a partire da quella data - e forse già dal 1966 - non ci siano più ostacoli al fatto che un neonato còrso possa essere iscritto nei registri di stato civile con un tradizionale nome còrso o italiano anzichè con il suo equivalente francese. Credo che ormai chiamare il proprio figlio Jérôme, Girolamo o Geronimu sia solo più una questione di gusto personale o legata al tipo di identità a cui ci si sente di appartenere.
Riguardo ai nati anteriormente al 1966, a tutti quei còrsi che hanno quindi dai 46 anni in su, bisogna considerare invece che sono nati pienamente sotto la vecchia disciplina "rivoluzionaria." Come doveva essere interpretato il suo dettato? Quando si parlava di nomi appartenenti ai diversi calendari o a personaggi storici si dava per scontato che questi dovessero essere essenzialmente "francesi"? Se è così è chiaro che la norma si traduceva automaticamente in un divieto dei nomi italiani ma anche di quelli còrsi, bretoni, tedeschi, inglesi etc. . Questo spiegherebbe l'abbondante uso in Còrsica di nomi appartenenti alla tradizione ma in versione francesizzata.
Comunque la risposta migliore ce la potrebbero dare i nostri amici còrsi, specie quelli un po' più in avanti con gli anni, che sicuramente ne sanno di più.
Io più in là non sono riuscito ad andare e qui mi fermo.

Le informazioni relative ai nomi le ho tratte da questo link: http://meilleursprenoms.com/site/Legislation/legislation.htm. Riporta ad un sito non ufficiale ma credo abbastanza attendibile.

Spero di aver dato qualche spunto al nostro nuovo amico Fabio per approfondire gli interrogativi che lo interessano.

P. S.

Giusto per la cronaca, avevo letto da qualche parte che l'uso dei nomi francesi in Còrsica era dovuto ad una legge ad hoc che proibiva espressamente ai còrsi l'uso degli antichi nomi italiani (e tanto più di quelli còrsi). Devo dire che fino ad ora non ho trovato alcun riscontro relativo a questa informazione che quindi, fino a prova contraria, ritengo e spero sia una leggenda metropolitana diffusa in certi ambienti.
 Maurizio per la nostra Lingua
Domenica 27 Gennaio 2013

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[Ignorare]
Caro Fabio, purtroppo hai pienamente ragione: su questo forum, a parte Allimanu che, se hai seguito la discussione "Paoli, ma quale?", hai avuto modo di conoscere e che rimane l'unico, di còrsi non se ne vedono.
È un vero peccato perché, come giustamente dici tu, questo è un sito dedicato soprattutto a loro, alle loro storia, cultura, lingua. Un peccato non tanto per noi italiani amanti della Còrsica che lo frequentiamo con passione ma soprattutto per i còrsi stessi e per la redazione di "A Viva Voce" che in questa iniziativa culturale profonde tanta passione, tante energie e immagino tanto tempo e che meriterebbe io credo maggiore interesse o almeno curiosità da parte dei connazionali, oltre che gratitudine. Il Prof. Colombani e i suoi collaboratori stanno infatti portando avanti, credo non senza difficoltà e con impegno personale fatto di studi, ricerche, incontri, viaggi un'opera meritoria di verità tendente a dissipare le tante omissioni, mistificazioni e falsità che avvolgono il tema della storia, della cultura e della lingua còrse e del loro rapporto con quelle italiane.
Per quanto mi riguarda fin dal momento della rinascita della rivista in forma digitale ho partecipato con intensità e passione al forum imponendomi delle regole di autodisciplina che ho anche esplicitato in una discussione e riaffermato più volte e alle quali credo, spero di essermi sempre conformato. Nel dubbio e nello scrupolo che i miei interventi potessero risultare in qualche modo nocivi alla rivista mi sono anche permesso di rivolgermi al Direttore privatamente, invitandolo ad escludermi dal forum in qualunque momento qualora avessi travalicato certi limiti e ad esercitare un'illimitata opera di controllo sui miei interventi. Devo dire che il Prof. Colombani mi ha invitato con grande cortesia a continuare a frequentare il sito e ha esercitato pochissime volte con grande signorilità e discrezione la sua opera di moderazione.
Anche tutti gli altri italiani che intervengono sul forum mi sembra lo facciano con grande entusiasmo ma anche con profondo rispetto per la Corsica e i còrsi, per i quali provano sincero affetto, senza secondi fini e senza alcuna implicazione "politica." Tutti noi abbiamo coscienza che questo è un sito eminentemente culturale e ci teniamo debitamente a distanza da tematiche che nulla hanno a che fare con la cultura e che non ci appartengono. Eppure niente da fare, i còrsi non si fanno vivi!
È anche un po' triste vedere che mentre pochi irresponsabili nostri connazionali fanatici in altri forum riescono comunque ad avere con loro una seppur burrascosa comunicazione provocandoli ed evocando i fantasmi di un lontano passato morto e sepolto in questo forum frequentato da persone che si confrontano con rispetto, cortesia e correttezza manchi proprio la voce dei còrsi che dovrebbero essere i suoi principali protagonisti.
Che dire dunque? Speriamo che col tempo la situazione cambi, che questa atmosfera di indifferenza (o diffidenza?) verso il sito e il forum si possa dissipare e che finalmente gli amici còrsi partecipino alle discussioni numerosi. Il dialogo è una cosa importantissima, fondamentale. Oltre tutto per noi italiani sarebbe una grande, interessantissima opportunità avere un contatto diretto con loro. Se questo sito infatti si prefigge lo scopo di far riscoprire ai còrsi le autentiche radici della loro cultura, è anche vero che permette a noi italiani di riscoprire i tanti punti di contatto e le grandi affinità che abbiamo con l'universo affascinante costituito dalla Corsica e dai suoi abitanti e di trovare perfino in esso alcuni aspetti dimenticati della nostra stessa cultura, specie di quella più antica e genuina.

Ti ringrazio per le gentili parole e per gli apprezzamenti che però non merito. Sono solo una persona curiosa che si fa qualche domanda e che cerca di darsi qualche risposta, sbagliando spesso.

Cambiando discorso e tornando al tema dei nomi francesizzati che vengono usati in Corsica mi viene appunto in mente che nel ragionamento che ho fatto l'altro giorno in risposta al tuo interrogativo c'è qualcosa che non quadra. Ho riflettuto sul fatto che ai personaggi còrsi nati nel diciannovesimo secolo dopo la legge dell'11 germinale dell'anno XI e citati nel sito in effetti ci si riferisce in alcuni casi citandoli col nome francese, in altri con quello corso/italiano e a volte con una o l'altra forma. Di prete Carlotti per esempio ("don" per noi italiani che la parola prete la usiamo in un modo diverso) ho sentito parlare indifferentemente come Dominique o come Domenico mentre di prete Alfonsi sempre come Tommaso. Leonetto Cipriani non l'ho mai sentito chiamare in altro modo che col suo nome italiano, così come Petru Rocca o Santu Casanova non li ho mai sentiti chiamare Pierre o Toussaint. A questo punto mi chiedo: questi ultimi personaggi erano stati registrati alla nascita con i nomi còrsi/italiani oppure con i nomi francesi, secondo quanto la legge di allora sembrava prevedere? E in quest'ultimo caso, l'uso che facevano dei nomi tradizionali era dunque una libera scelta personale? E se questa libertà d'uso esisteva, almeno fino alla prima metà del '900, perché oggi nessun còrso sembra portare più nomi còrsi/italiani? Quella disposizione proibitiva che non ho esitato a definire una leggenda è forse esistita o esiste veramente? Oppure la reazione alla propaganda fascista e all'occupazione italiana ha portato ha rendere "sconsigliabile" l'uso dei nomi tradizionali? C'è lo zampino anche in questo caso di quell'anti italianismo "di reazione" risvegliatosi all'indomani della seconda guerra mondiale? Oppure, più banalmente, è solo una questione di gusto personale, nel senso che oggi i corsi si sono ormai abituati ed affezionati alle versioni francesizzate degli antichi nomi tradizionali e troverebbero strano o forse buffo chiamare i propri figli Giuseppe o Ghjuseppu?
A quanti interrogativi porta la curiosità! Come vedi la piccola ma interessante questione resta aperta e i tuoi interrogativi potrebbero avere una risposta solo se qualche amico còrso venisse a darci una mano. Succederà? L'orgoglioso arroccamento si scioglierà almeno su una questione "leggera" come questa? Speriamo.
Un caro saluto a tutti, còrsi e italiani.
 enrico
Domenica 27 Gennaio 2013

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[Ignorare]
Si Maurizio , è vero che i corsi non sono apparentemente interessati a quanto viene qui pubblicato. Sono personalmente convinto che però ci entrano in tanti a curiosare. (Questi dati sul traffico sono a conoscenza del web master). Il fatto che non interagiscano, può essere perchè non ci capiscono. Noi scriviamo un italiano di buona fattura ma il problema non è questo. I contenuti non muovono le loro passioni. Se noi, (per fare un paradosso), fossimo meno corretti e li provocassimo, qualcuno sentirebbe il bisogno di entrare e rispondere per le rime.
Ma la cultura interessa sempre meno ed inoltre è sempre presente quella pregiudiziale contro gli "stranieri "che scrivono sulle loro cose,si intromettono ad analizzare e insegnar la "loro" storia, che tra l'altro come gliela raccontiamo noi,(che è la verità documentale), un gli garba proprio!!!!
E' vero che i fondatori e i responsabili di questo bel sito web sono corsi al 100%, ma qui forse viene percepito dai lettori corsi, quello che io in passato temevo e cioè che trattasi di un circolo culturale letterario riservato agli studiosi della lingua di Dante e quindi una faccenda che non li riguarda. Questa è una mia interpretazionale personale , chiaro che potrebbe non essere così; non voglio con questo affermare che se il forum debba trattare argomenti più frivoli o più di attualità, ma ,solo a titolo di esempio, un argomento tipo "S.C. Bastia nel campionato italiano", sono sicuro che attirerebbe la passione di tanti pro e contro la disputa di derby contro il Genoa-Sampdoria o Livorno.
Il taglio che hanno voluto dare i fondatori è corretto, ma credo poco popolare, e qui sta la spegazione della non partecipazione.
Per quanto riguarda il Sig. Alimannu , l'unico a introdursi con argomentazioni tra l'altro poco favorevoli , non rappresenta un campione rappresentativo in quanto stiamo parlando di un corso che ha trascorso la maggior parte della sua vita in Germania e quindi avulso dalla realtà contemporanea dell'Isola. Mi ricordo che nel vecchio forum dei paolisti, egli era sempre contro a prescindere dalle argomentazioni, ma il suo legittimo attaccamento alla terra di origine lo rendeva simpatico anche se non perdeva occasione per demolire tutto ciò che poteva unire Corsica e Italia.....
Confido in una inversione di tendenza dei locali nei confronti di A Viva Voce , forse qualche intervento in più nel forum degli organizzatori corsi,sia in italiano che in francese , può giovare alla causa.






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 Dario
Martedi 29 Gennaio 2013

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[Ignorare]
Non mi sembra una buona idea che gli italiani si mettano a provocare............
C'era un bel forum sul sito Adecec, con un dibattito interessante fra corsi e italiani, poi gli italiani han cominciato a dar di fuori, i corsi son spariti e il sito è stato giustamente chiuso.
 enrico
Mercoledi 30 Gennaio 2013

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[Ignorare]
Le sembra che io, nel mio precedente post, abbia invitato a provocare????????????
 giancarlo
Mercoledi 30 Gennaio 2013

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[Ignorare]
CARO MAURIZIO,
DEBBO DIRE CHE I SUOI INTERVENTI SU VIVA VOCE MI HANNO SUBITO INTERSSATO E LI LEGGO MOLTO VOLENTIERI. RICONOSCO INOLTRE LA PACATEZZA CON CUI TRATTA GLI ARGOMENTI TRATTATI , MOLTO OPPORTUNA PER EVITARE CHE QUALCUNO CI PRENDA PER IRREDENTISTI E SEMINATORI DI ZIZANIA. COMPLIMENTI.
LE PORGO UN COMMENTO RELATIVO AI TITOLI DI STUDIO.
HO CONOSCIUTO GIOVANI CHE SONO VENUTI IN ITALIA PER FREQUENTRE UN UNIVERSITA'. NON HANNO INCONTRATO ALCUNA DIFFICOLTA' ED ERANO SODDISFATTI DELLA LORO SCELTA.
ALLORA PERCHE' SONO POCHI O ADDIRITTURA POCHISSIMI QUELLI CHE HANNO SCELTO DI STUDIARE IN ITALIA? IO CREDO CHE LA RISPOST SIA SEMPLICE : PERCHE PURTROPPO LE UNIVERSITA' ITALIANE IN GENERALE NON HANNO UNA GRANDE REPUTAZIONE IN FRANCIA . IN QUALCHE DISCUSSIONE CON PROFESSONISTI FRANCESI MI SONO RESO CONTO CHE IL LORO GIUDIZIO SU COLLEGHI ITALIANI E' PIUTTOSTO DELUDENTE.
MI E' STATO FATTO OSSERVARE CHE SE I MEDICI ITALIANI ERANO BRAVI E COMPETENTI PERCHE CERTI OSPEDALI FRANCESI
(COME AD ESEMPIO "LA TIMONE" DI MARSIGLIA ) PULLULANO DI PAZIENTI ITALIANI?
PER CIO CHE RIGUARDA IL RICONOSCIMENTO DEL TITOLO UNIVERSITARIO NON CI SONO GROSSI PROBLEMI. BASTA PRESENTARE I DOCUMENTI DI LAUREA E L'EQUIPARAZIONE E' AUTOMATICA.
ESPERIENZA PERSONALE.
GLI ARGOMENTI CHE NOI TRATTIAMO CON INTERESSE E PASSIONE NON TROVANO UGUALE INTERESSE E PASSIONE NELLA
MAGGIOR PARTE DEI CORSI.
MA LA COSA MI SEMBRA LOGICA PERCHE LE NOSTRE POSIZIONI SONO DIVERSE. NOI VENIAMO IN CORSICA , TROVIAMO UN LINGUAGGIO CHE IN FONDO CI E' FAMILIARE, TROVIAMO GLI STESSI COGNOMI, GLI STESSI NOMI DI MOLTI LUOGHI.
ANCHE SULLE LAPIDI DEI CIMITERI SI ARLA ITALIANO.
PER I CORSI NON E' COSI FRANCESIZZAZIONE DELLA CORSICA HA PROFONDAMENTE CANCELLA TO LE LORO RADICI
MOLTI NON SANNO PARLARE IL VERO CORSO, E QUANDO LO FANNO CORSIZZANO DELLE PAROLE FRANCESI.
PARLARE LORO DELL'ITALIA VUOL DIRE SOLLEVARE UN ARGOMENTO LONTANO CHE MAGARI LI INCURIOSISCE MA CHE NON HANNO SPESSO IL TEMPO DI APPROFONDIRE. E POI A QUALE SCOPO PRATICO?
SI AGGIUNGA IL FATTO CHE MOLTI OGGI BENESTANTI ED UOMINI ARRIVATI SONO DISCENDENTI DI ITALIANI VENUTI IN CORSICA POVERI IN CANNA PER FARE FORTUNA, OPPURE PER SFUGGIRE A UNALTRA DIFFICILE SITUAZIONE .
NON AMANO SOLLEVARE IL RICRDO DELLE LORO RADICI.
A PRESTO LEGGERLA, CORDIALI SALUTI
GIANCARLO



 Paul Colombani
Mercoledi 30 Gennaio 2013

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[Ignorare]
Nessuno, credo, mette in dubbio la competenza di universitari e medici italiani. Le università francesi sono piene di docenti e ricercatori italiani che non hanno trovato posto in Italia. Per i pazienti credo che la soluzione sia piuttosto da ricercare nelle strutture che nella competenza dei medici.
 giancarlo
Mercoledi 30 Gennaio 2013

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[Ignorare]
Egregio professore ,
e' vero che le strutture mediche francesi funzionano meglio che quelle italiane, salvo eccezioni. ma tutti sappiamo che il vero apprendimento si fa dopo la laurea mettendo a frutto la teoria imparata e utilizzando la pratica per cercare nuovi metodi e raffinare la tecnica.
Nella mia considerazione non volevo dire che i laureati italiani all'uscita delle universita siano generalmente meno preparati di quelli francesi.
Il fatto è che le strutture sono spesso politicizzate e il merito non riconosciuto li spinge a cercare all'estero una specializzazione ed un'evoluzione che in Italia sarebbe diffiile da ottenere. Per questo molti giovani emigrano e vengono apprezzati raggiungendo ottimi traguardi.
Ci sono é vero settori di eccellenza, ma purtroppo non sono un caso generale.
Mi pare logico che questo stato di fatto non invogli studenti di un altro paese a frequentare scuole italiaane
Cordiali saluti
Giancarlo


 Dario
Mercoledi 30 Gennaio 2013

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[Ignorare]
Se noi, (per fare un paradosso), fossimo meno corretti e li provocassimo, qualcuno sentirebbe il bisogno di entrare e rispondere per le rime.

Mi scuso, ora ho capito che non c'era una reale intenzione di invitare a provocare, ma se viene scritto provocare, io capisco provocare!
 Maurizio per la nostra Lingua
Giovedi 31 Gennaio 2013

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[Ignorare]
Desidero ringraziare il Prof. Colombani per le confortanti notizie che ci ha dato sui docenti e ricercatori italiani che lavorano in Francia. Come abitanti della penisola non possono che inorgoglirci, specie in momenti così difficili per la nostra nazione.
Quanto all'intervento di Enrico, tra l'altro come sempre interessante per alcuni interrogativi che pone in evidenza e per il consueto realismo, sono convinto anch'io che non contenga alcun invito a "provocare". Lui stesso ha infatti significativamente usato la frase "per fare un paradosso" che mi sembra non ammetta equivoci. Credo voglia semplicemente dire che a volte certe tematiche, specie culturali e non molto popolari, ancor più se portate avanti con educazione e moderazione, stimolano meno certi animi focosi rispetto alle polemiche esplicite ed aggressive. Questo però, lo sappiamo tutti e lo dimostriamo ogni giorno, è un forum frequentato da persone responsabili, che non hanno alcuna intenzione di provocare o attizzare polemiche, vecchie o nuove che siano e provano per i còrsi simpatia e massimo rispetto.
Un caro saluto a tutti.
 enrico
Giovedi 31 Gennaio 2013

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[Ignorare]
Grazie a Fabio e Maurizio per avere interpretato correttamente il mio pensiero. A Dario voglio dire che non c'era bisogno di scusarsi. Lui l'ha fatto dimostrando civiltà e per questo voglio ringraziarlo
 GIUSEPPE
Martedi 6 Ottobre 2020

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[Ignorare]
IL LAVAGGIO DI CERVELLO OPERATO DAI FRANCESI SUI CORSI HA SORTITO I SUOI EFFETTI. NON VI STUPITE SEI CORSI NON PARTECIPANO A QUESTE DISCUSSIONI IN QUANTO ORMAI RAGIONANO CON UN CERVELLO E UNA MENTE GIACOBINA. . SONO COME QUEI FIGLI ADOTTIVI PER I QUALI LA MATRIGNA E' STATA COSI BRAVA DAL CONDIZIONARLI RACCONTANDO STORIE FALSE SULLA MADRE NATURALE IN MODO TALE CHE ESSI LA POSSONO DISCONOSCERE .

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